Fermo (FM)

Torre San Patrizio

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Cosa sapere su Torre San Patrizio

TORRE SAN PATRIZIO: UN VIAGGIO NELLA STORIA DI UN ANTICO BORGO

 

LE ORIGINI ANTICHE

Le radici storiche di Torre San Patrizio affondano nell'antichità, come dimostrato dai ritrovamenti archeologici di tombe e corredi funerari risalenti al VII e VI secolo a.C. Scoperti durante gli scavi archeologici condotti nella località di San Patrizio nel 1934, questi reperti testimoniano la presenza umana in questa regione fin dai tempi dei Piceni. Altri ritrovamenti casuali di reperti risalenti all'epoca romana suggeriscono che Torre San Patrizio fosse un pagus, un antico insediamento agricolo.

 

DALLE PRIME MENZIONI ALL'ETÀ MEDIEVALE

Le fonti scritte su Torre San Patrizio risalgono all'XI secolo, quando in un documento dell'anno 1059 appare la menzione "et in Colle Patritio." Successivamente, il borgo viene elencato tra le cose più notabili della città di Fermo già a partire dall'anno 1000, con il nome "Collis Sancti Patritii," associandolo al suo patrono, San Patrizio.

Nel 1229, gli "homines" di Torre San Patrizio vengono citati nei patti di Fermo per insubordinazione sociale. Questo potrebbe essere un segno dell'emergere dell'autonomia locale.

 

TRA SCONTRI E SIGNORIE MEDIEVALI

 

Torre San Patrizio, presumibilmente divenuto un libero comune nel 1258, finisce sotto il dominio di Manfredi, re di Sicilia, che nel suo editto assoggetta "Turris Sancti Patritii" insieme ad altri comuni al controllo di Fermo. Durante lo scontro tra guelfi e ghibellini, il borgo si schiera con quest'ultimo gruppo. Nel 1301, Pietro Caetani, rettore della Marca di Ancona e nipote di Papa Bonifacio VIII, infligge al podestà di Torre San Patrizio una multa significativa di 1000 marchi d'argento come punizione per il sostegno ghibellino. Successivamente, il borgo rientra sotto il dominio delle signorie di Fermo.

Nel dicembre del 1414, Carlo I Malatesta, signore di Rimini, Fano, Cesena e Fossombrone, pone Torre San Patrizio sotto assedio e la occupa, ma il 7 giugno 1416 ritorna sotto il controllo di Lodovico Migliorati, signore di Fermo. Nel 1433, con l'arrivo di Francesco Sforza nella Marca di Fermo e la sua investitura come signore di Fermo da parte di Papa Eugenio IV, Torre San Patrizio passa sotto il controllo dei Sforza. Rimarrà fedele al dominio sforzesco fino al 1443, quando viene saccheggiata e incendiata dal generale Paolo di Sangro, al comando delle forze pontificie.

 

DAL SACCHEGGIO ALLA RICOSTRUZIONE E ALL'ARTE

Nel 1445, in riconoscimento dell'eroica resistenza dei torresi durante l'assedio, gli Sforza fanno ricostruire il castello e tassano i fermani. Questo gesto generoso viene ricambiato associando il leone sforzesco alla torre nello stemma cittadino.

Nel 1466, durante una fase di instabilità tra Fermo e Monte San Pietrangeli, Torre San Patrizio diventa teatro di battaglie e scorrerie. Nel 1498, Andrea Doria, conte di Urbino, viene posto a difesa del castello, risolvendo temporaneamente la situazione.

Con l'ascesa di Cesare Borgia, figlio naturale di Papa Alessandro VI, anche Torre San Patrizio è costretta a giurare fedeltà, ma il suo spirito ghibellino rimane. Il 16 agosto 1515, in uno scontro tra le fazioni guelfe e ghibelline, perdono la vita ben 200 cavalieri.

 

EPOCA MODERNA E MONUMENTI DI INTERESSE

 

Nel 1550, Torre San Patrizio viene elencata tra i castelli di proprietà di Fermo, che invia un podestà e un magistrato per amministrare il borgo, rinnovando queste cariche ogni sei mesi.

Tra i monumenti di interesse, le mura di cinta frammentarie, risalenti ai secoli XV-XVI, con le porte d'ingresso del Sole e Marina, testimoniano la storia medievale del borgo. La porta del Sole presenta un arco a sesto acuto e beccatelli, mentre la porta Marina, sebbene oggi chiusa, rappresenta un altro elemento di rilevanza storica.

La storia di Torre San Patrizio è un viaggio affascinante attraverso i secoli, ricco di avvenimenti e cambiamenti che hanno plasmato questa antica comunità. I suoi monumenti e le tracce del passato sono testimoni di una storia affascinante che continua a vivere nelle tradizioni e nella cultura di oggi.

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